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SANT'AGATA BOLOGNESE

SANT'AGATA BOLOGNESE

Sant’Agata Bolognese (7.283 abitanti) si estende nella fertile pianura nord-occidentale della cintura metropolitana, linea di confine con la provincia modenese. Il comune aderisce all’Unione Terre d’Acqua e confina con i centri di Nonantola, Castelfranco Emilia, Crevalcore e S. Giovanni in Persiceto. Anticamente era nota come Vicus Cuentius, poi Corte in Obbiola, S.Andrea in Argine, e infine dal 1014 Sant’Agata Bolognese, dal nome della Santa Patrona, mentre ‘’Bolognese’’ ricorda la sua contesa posizione tra Bologna e Modena.  Sulle terre emerse dette terramare, i primi insediamenti risalgono all’Età del Bronzo, mentre nel periodo cristiano venne fondata la città di Otesia, municipio dell’Impero romano. (Costantino 336 d.C. Regio VIII Aemilia). Sotto il dominio del Comune di Bologna, in lotta contro Modena, Sant’Agata Bolognese si sviluppo’ nel suo aspetto urbanistico attorno al 1300, periodo in cui nacque la Partecipanza Agraria. Sant’Agata Bolognese gode di un tessuto urbano dinamico e attraente, dove la parte del leone, pardon del Toro, è recitato dagli stabilimenti automobilistici della Lamborghini, “santuario nostrano” della Motor Valley.

PORTA OTESIA All’anno 1020 risale l’inizio della costruzione del castello di Sant’Agata, identificabile con l’attuale centro storico, quando sotto il dominio dell’imperatore Federico Barbarossa, venne costruita una nuova fortificazione con mura,  porte e fossato, concluso nel 1189.  Una porta “di sopra”, che in seguito alla demolizione venne riutilizzata nel 1878 nell’edificazione della chiesa dell’Addolorata, e una “di sotto”,  Porta Otesia,  l‘unica rimasta in piedi con le tracce restaurate del ponte levatoio e della torretta sulla quale si erge l’originaria bertesca, luogo preposto per il riparo e la perlustrazione. Rivolto all’interno della Porta fa bella mostra  di sé l’orologio pubblico, inaugurato nel 1568; alla base si trova ancora  il locale, anticamente adibito a prigione, caratterizzato da grosse e solide muraglie e da piccole finestre con grate a doppie sbarre. In merito, la cella esistente è stata recentemente corredata di strumenti e accessori che rievocano quelli dell’epoca.

ORATORIO DELLO SPIRITO SANTO La chiesa parrocchiale dei SS. Andrea e Agata, ricostruita nel 1629 , contiene  una tela di Sant’Agata attribuita a Guido Reni, e custodisce soprattutto gli affreschi staccati dell’Oratorio dello Spirito Santo, capolavoro dell’arte del Cinquecento.  Realizzati intorno al 1520 da artisti di raffinato gusto raffaellesco, tra cui probabilmente Nicolò dell’Abate e il Bagnacavallo, gli affreschi consistono in figure a grandezza naturale rappresentanti il Redentore e gli Apostoli. Unito alla Porta Otesia, l’Oratorio dello Spirito Santo nacque per volontà  dell’omonima Arciconfraternita nel 1473.  L’oratorio si divide in  due locali: il primo è una specie di vestibolo in cui sono presenti due altari dedicati alla Beata Vergine del Carmine e a Sant’Antonio da Padova, le cui statue sono opere dello scultore bolognese Filippo Scandellari. Il secondo vano è l’oratorio vero e proprio, in cui si trovano un pregevole coro ligneo e una pala raffigurante la Discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo.  Nel 1905 l’oratorio è stato dichiarato monumento nazionale, al pari della torre del paese. 

TEATRO COMUNALE Il Teatro Comunale “Bibiena” di Sant’Agata Bolognese è una sala di grande fascino, piccola, elegante e raccolta, con cento posti disponibili nell’elegantissima platea, ed è ubicato all’interno del palazzo Comunale. Nato alla fine del secolo XVIII, con il nome del suo ideatore, non è il teatro architettato e dipinto da Ferdinando Galli Bibiena nel 1718, che fu purtroppo distrutto da un incendio prima dell’inaugurazione. La necessità di trovare una sede per il Comune, fece in mocdo che nel 1781 la Comunità acquistasse la casa Taruffi-Beltrandi, che possedeva “una sala grande verso la strada” che venne poi periodicamente allestita per spettacoli di prosa da parte di varie compagnie di comici. Il 29 aprile 1822 i membri dell’Accademia degli Arditi ottennero “un locale per costruirvi a loro spese, un Teatro alla Francese”. Negli anni, essendo l’impegno economico impossibile da sostenere per i privati cittadini, subentrò il Comune che diede avvio ad  una serie di lavori di restauro nel periodo 1884-87, che  hanno restituito il teatro nella sua fisionomia attuale. L’inaugurazione avvenne il 27 ottobre 1888, con la rappresentazione del Pipelet. Il cartellone annuale del Teatro Comunale presenta una ricca rassegna di spettacoli di prosa ed eventi musicali, oltre al consueto spazio dedicato alle commedie dialettali.

MUSEO LAMBORGHINI All’entrata del paese, esposto su un muro con vista su Piazza della Vittoria, è raffigurato il simbolo del marchio della casa, il Toro, segno zodiacale di Ferruccio Lamborghini,  artefice del successo del bolide sant’agatese nel mondo. Il Museo posto all’interno degli stabilimenti Lamborghini a Sant’Agata Bolognese, tappa obbligatoria della Motor Valley, espone a rotazione le automobili che testimoniano le diverse stagioni che l’azienda ha vissuto dagli anni Sessanta ad oggi. La collezione va dalla serie 350 GT del 1963, alla Diablo, alla Miura del 1966, alla Countach del 1973,  alla Espada, che ha ispirato la Delorean, auto protagonista del film “Ritorno al futuro” alle vetture per la Formula Uno e .molte altre ancora. Al piano terra sono in mostra le auto storiche; al primo piano la produzione attuale, dal 1999 ad oggi. Nello showroom si può ammirare l’ultimo modello: l’Aventador. L’Aventador è un’, autovettura sportiva a due posti in produzione dal 2011 e presentata nel novembre 2010 nella sede della casa a Sant’Agata. Il telaio è monoscocca in fibra di carbonio, telaietti anteriore e posteriore in allumini (Motore V12, 60°, MPI). La storia dell’azienda è illustrata anche grazie a numerose fotografie, pannelli e modellini provenienti da tutto il mondo, anche se un tour nella fabbrica dal vivo è il miglior souvenir per tutti gli appassionati di motori, telai e fibre in carbonio. 

MUSEO ECOLOGICO AMBIENTALE Il museo presenta i materiali più significativi provenienti dai villaggi dell’età del Bronzo di Crocetta e Montirone in zona sant’agatese e via Zenerigolo (San Giovanni in Persiceto). I materiali esposti permettono di approfondire vari aspetti collegati alla vita, alle attività, ai contatti di questi antichi insediamenti umani: infatti l’area tra Samoggia e Panaro era una folta comunità densamente occupata che aveva raggiunto una certa prosperità,  in seguito alla fertilità del territorio e ad una nuova forma di organizzazione sociale ed economica, tipica dell’epoca di queste popolazioni. Le analisi archeoambientali, unitamente agli studi archeozoologici condotti nei siti archeologici in oggetto permettono poi di ottenere una più completa ricostruzione del contesto vegetazionale ed animale antico in relazione all’insediamento umano ed al suo evolversi nel corso del tempo con interessanti approfondimenti sulla dieta alimentare. L’allestimento, infine, è ricco di sportelli e nicchie contenenti copie di oggetti di uso quotidiano, testi e disegni che offrono al visitatore l’opportunità di un approfondimento e di una lettura coinvolgente su un’importante area della pianura bolognese nell’età del Bronzo.

PARTECIPANZA AGRARIA DI SANT’AGATA BOLOGNESE La Partecipanza agraria di Sant’Agata Bolognese ha una storia quasi millenaria ed è costituita dalle famiglie originarie del luogo. L’iniziale donazione dei terreni, attribuita alla contessa Matilde di Canossa, subirono nel corso dei secoli diversi tentativi di esproprio: i conti Caprara nel 1488, l’Abbazia di Nonantola nel 1576, infine il Regno Napoleonico che diede al municipio la proprietà. Tutti gli ostacolati vennero comunque aggirati positivamente e nel 1929  venne proclamata la personalità giuridica alla Partecipanza. La ripartizione dei terreni fra gli aventi diritto viene effettuata ogni nove anni nel giorno di San Michele, il 29 settembre, tra i discendenti di genere maschile. Sensibile alle tematiche ambientali-naturalistiche, da oltre un decennio la Partecipanza ha destinato una rilevante fetta di superficie alla realizzazione di boschi, prati e zone umide che arricchiscono il paesaggio e migliorano la qualità ambientale dell’area. Il Bosco di Santa Lucia è figlio di tale opera e con i suoi 30 ettari viene destinato alla fruizione pubblica, alla didattica e alla sperimentazione, senza trascurare i lati produttivi. Per la realizzazione della zona boschiva si sottolinea la fattiva partnership con il Consorzio della Bonifica Reno-Palata, per il necessario supporto tecnico, e con il Comune di Sant’Agata Bolognese per il sostegno economico e per le infrastrutture adibite alla fruizione pubblica.


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