VIGOLZONE
Zona di importanti ritrovamenti archeologici ed oggi dedita all’agricoltura, all’artigianato, all’industria ed al turismo.
Da vedere sono il Castello (privato ma visibile esternamente, che assieme ai tanti altri manieri presenti su questo territorio, segna e contraddistingue il paesaggio del piacentino), la Chiesa di S. Mario, il Campanile.
Nei dintorni, meritano una visita la località di Grazzano Visconti, ad Albarola Villa Peirano (azienda vitivinicola e villa per ricevimenti), le località di Veano, Bicchignano, Chiulano, Cariano; infine, il Museo della Vite e del Vino dell'azienda vitivinicola La Tosa, nell'omonima località.
Vigolzone, il villaggio della vendetta
Luogo di importanti ritrovamenti archeologici, il territorio di Vigolzone è abitato fin dai primi secoli dell`era cristiana.
Vícus ultionis, ossia Vigolzone, starebbe per “villaggio della vendetta”, con riferimento alla sconfitta che Annibale avrebbe inflitto in questa zona, in località Sant’Angelo, alle truppe romane guidate da Scipione nell’anno 218 a.C.
Poco o nulla si conosce fino all’anno 830, quando nelle “Carte di Sant’Antonino e della Cattedrale di Piacenza” il paese è menzionato con il nome di Vicus Ussoni o Vicus Ursoni.
La nascita del Comune
Il comune di Vigolzone nacque nel 1806 durante l`occupazione francese. È in quel periodo che venne introdotta nel territorio piacentino la suddivisione territoriale amministrativa con a capo un “Maire” che amministrava il Comune e dirigeva i lavori pubblici. Esisteva anche un Consiglio municipale che svolgeva però una mera funzione consultiva.
Dal 1806 al 1814 Vigolzone fu annesso al Dipartimento del Taro, mentre successivamente tornò a far parte del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla.
Nel 1832 Vigolzone contava 26 case e 150 abitanti, 870 nell`intero territorio; godeva in parte delle acque del torrente Nure e sui Rivi Bertone e Grazzano erano in azione 15 mulini, quattro cartiere, un maglio del rame ad Albarola e uno del ferro a Carmiano.
Il castello e la famiglia Anguissola
La storia di Vigolzone è intimamente legata alle vicende del suo imponente castello, tuttora in buono stato di conservazione.
La presenza di un castello pare risalire al 1095, anno dell’investitura del vassallo vescovile Lantelmo Confalonieri, capitano delle milizie piacentine in Terra Santa.
Nel 1242 il fortilizio venne espugnato da re Enzio, figlio di Federico II, il quale successivamente ne ordinò la distruzione. Ad esso apparterrebbero i resti di una torre rotonda che si innalza a poca distanza ad ovest dell`attuale castello.
La costruzione dell’attuale complesso fortificato ebbe inizio nel 1300 per volontà di Bernardo Anguissola, generale della cavalleria di Galeazzo Visconti e legato da grande amicizia con il poeta Francesco Petrarca.
Nei 1414 gli Anguissola ottennero dall`imperatore Sigismondo l`investitura feudale del castello di Vigolzone insieme a quello di Folignano e alla villa di Albarola.
Il castello subì diversi assedi, uno nel 1483 quando venne conquistato da Ludovico il Moro, e uno nel 1521 ad opera del generale Odet de Foix-Lautrec, in occasione di una sanguinosa battaglia che contrappose gli Scotti e i francesi.
Tra le più potenti famiglie ghibelline del piacentino, gli Anguissola dominarono la vita pubblica di queste terre fino al 1806, quando la legislazione napoleonica abolì le giurisdizioni feudali.
Carducci, che ebbe modo di visitare l’edificio nel 1888, ne rimase tanto colpito da esprimere la propria ammirazione in brevi versi, che dedicò alla gentildonna Elvira Boselli.
Il ramo degli Anguissola di Vigolzone si estinse nel 1936 con Beatrice. Castello e proprietà passarono ai marchesi Monticello Obizzi di Crema e da questi agli attuali proprietari, i marchesi Landi di Chiavenna.