SANT'ILARIO D'ENZA
Le origini di Sant'Ilario d'Enza risalgono all'epoca romana. Era anticamente chiamata Sant'Eulalia e subì in epoca medievale la dominazione longobarda, di cui ancora oggi esistono tracce archeologiche. Dopo la restaurazione Estense del 1814, il Duca Francesco IV lo aggregò a Montecchio e nel 1860, per decreto del dittatore Farini, il Comune fu richiamato a vita propria con la villa di Calerno.
Attualmente, vanta prodotti tipici locali, come il formaggio Parmigiano-Reggiano, il vino Lambrusco e rinomati salumi. Il comune conta circa 11.260 abitanti.
MUSEO DEL VINO
Allestito in una sala ubicata presso alcuni edifici ricavati dal restauro di preesistenti costruzioni risalenti all’800, il museo espone attrezzi e strumenti che illustrano i cicli produttivi della vite e del vino.
Sono raccolti oggetti appartenuti all'azienda vinicola, attiva sul territorio dalla fine dell’800, cui sono stati aggiunti pezzi provenienti dalla pianura reggiana.
Gli attrezzi e gli utensili esposti sono stati usati fino al dopoguerra.
CHIESA DI SANT'EULALIA
Della prima chiesa non rimane quasi nulla eccetto due capitelli delle colonne.
Altri lavori sono eseguiti nel 1879 con il rifacimento della facciata. Le due navate minori sono terminate da due altari secondo la forma basilicale. L'altare maggiore, liturgico, è costituito tutto di marmi diversi in cui domina il bianco di Carrara ed ha come paliotto la "Cena" Vinciana in bassorilievo ed è coronato da tronetto.
Fino al 1902 a mezzogiorno della canonica sorgeva un vecchio torrazzo di origine medievale che serviva da campanile. L’insicurezza statica ne affretta la demolizione. La costruzione del nuovo campanile risale al 1914 su progetto dell'Architetto Marchese Lamberto Cusani di Parma.