PONTENURE
Da vedere, la Torre, la Chiesa di S. Pietro, Villa Raggio. Nei dintorni, la Corte Bellotta, il castello di Paderna, Muradello.
La zona rientra nel percorso della Via Francigena.
Pontenure: il paese dell'asino che vola
Fino a molti anni fa il forestiero che, trovandosi in piazza a Pontenure, avesse rivolto lo sguardo verso l'alto in direzione della torre campanaria, rischiava di essere preso a male parole. Non erano poi affatto infrequenti le zuffe fra i pontenuresi e gli abitanti dei paesi vicini che, temerariamente, attraversavano la via Emilia imitando il raglio del simpatico animale o si portavano le mani aperte a fianco della testa per riprodurne le lunghe orecchie.
I pontenuresi infatti non sopportavano alcun accenno all'episodio per cui erano diventati, loro malgrado, famosi in tutta la provincia: il tentativo di far volare gli asini. Tutto ciò accadde realmente il 31 agosto del 1901 quando, per ravvivare una festa popolare, qualcuno, i più dicono il poeta Valente Faustini che all'accaduto dedicò una divertente poesia dialettale, ebbe l'idea di far scendere dalla torre campanaria un asinello munito di ali. La notizia ebbe un certo clamore e calamitò nella piazza di Pontenure un nugolo di forestieri, curiosi di osservare questa insolita attrazione.
Così alle 16 in punto del giorno fatidico dalla bifora della torre campanaria apparve un somarello di nome Geppetto che, legato con un uncino ad una corda tesa all'altro angolo della piazza, fu, suo malgrado, spinto nel vuoto. La bestiola iniziò così lentamente a scendere e, dibattendosi, a far muovere le ali posticce che gli erano state applicate sul dorso. Pare che la folla apprezzasse molto lo spettacolo, ma, quando Geppetto era ormai arrivato a pochi metri dal suolo, la corda si spezzò.
Non vi furono feriti fra a folla ed anche Geppetto se la cavò con qualche escoriazione, ma da allora Pontenure fu definito, in modo non troppo benevolo, come il paese dell'asino. Il tempo lenisce tutte le ferite e così oggi i pontenuresi hanno imparato a sorridere di questa storia, trasformandola anzi in motivo di allegria: la seconda domenica di settembre viene infatti organizzata la ''Festa dell'asino'', che richiama migliaia di persone che giungono a vedere la corsa degli asini ed a gustare lo stracotto di asinina.
Opilio Faimali (1824 - 1894)
Fu il più grande domatore italiano dell'Ottocento. Esordì in Alsazia come cavallerizzo-acrobata in un avviato circo di proprietà di D. Guathier. Il Faimali acquistò in seguito un piccolo serraglio con il quale iniziò la carriera di domatore, raggiungendo una grande popolarità per la tecnica tutta sua che gli permetteva di addestrare le belve più pericolose. Nel 1858 sposò la vedova del celebre domatore Bidel. Con l'appellativo di ''re dei leopardi'' il Faimali divenne famoso in Europa per i suoi interessanti e rischiosi spettacoli. Fu ricevuto a corte in Olanda, Gran Bretagna e suscitò l'interesse del Sultano di Costantinopoli e del Re d'Italia. Durante il conflitto franco-prussiano (1870-1871), scambiato per una spia, poco mancò che venisse fucilato a Tolosa. Rimasto vedovo, il Faimali nel 1872, sposò una giovane di Pontenure, Albertina Parenti, che aveva contribuito a fargli abbandonare il serraglio e a trasformarlo in gentiluomo di campagna; ''e se le vicende non gli concessero in seguito la pace familiare che egli sognava, lo legarono tuttavia alla sua terra di elezione, in cui la stima dei concittadini non gli venne mai meno. Rinunziato ormai anche all'ultimo giaguaro, del quale talvolta si serviva degli scherzi ai suoi concittadini, Opilio Faimali trascorse gli anni della maturità nella sua casa delle Colombare, e vi si spense il 13 settembre 1894[...]. Il 23 ottobre del 1960 a Pontenure si tennero delle manifestazioni per onorarne la memoria: fu scoperta una lapide sulla facciata d'ingresso del Municipio tutt'ora visibile. Fu un atto di riconoscimento dovuto ad un concittadino di adozione quale esso era. A Pontenure portano il suo nome la via che va dal Consorzio Agrario alla stazione ferroviaria ed un giardino pubblico dedicatogli nel corso delle celebrazioni tenute l'11 settembre 1994 in occasione del centenario della scomparsa.