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GAZOLDO DEGLI IPPOLITI
Gazoldo degli Ippoliti è un comune di circa 3.000 abitanti situato nell’Alto mantovano a una ventina di km dalla città capoluogo. Del territorio dell’odierno comune è stata evidenziata la presenza di insediamenti umani risalenti alla preistoria, come testimonia il ritrovamento tra il 1878 e il 1879, in località Bellanda, di numerosi oggetti di bronzo e di una terramara. L’originaria denominazione di Gazzoldo si trasformò nell’attuale nel 1879.
CHIESA DELLA BEATA VERGINE
La chiesa, intitolata alla Beata Vergine Maria e Sant’Ippolito, conserva memoria della sua singolare vicenda attraverso gli stemmi degli antichi arcipreti, affrescati nel’atrio della sagrestia. Tesoro artistico della settecentesca chiesa sono i dipinti coevi, tra cui la Predica del Battista di Giuseppe Bazzani e sei monocromi di Giovanni Cadioli, rappresentanti il Battesimo di Cristo, Santa Cecilia e quattro scene della vita di Sant’Ippolito. All’interno della chiesa è conservato l’Organo assemblato da Domenico Vergine nel 1958 entro cassa settecentesca con riutilizzo di materiale proveniente dal cosiddetto ‘Organo vecchio” smontato da Agostino Benzi nel 1944. Dovendo ricostruire la storia dell’organo è necessario ricorrere ai documenti presenti in parrocchia dai quali sono state individuate tre fasi storiche che riguardano la manutenzione effettuata negli anni. L’origine e la paternità dell’organo sono ignote, secondo una lettera del parroco Don Agide Pasotti risalgono al 1762. Lo strumento presenta una provenienza di scuola gardesana-veneta affine a quella dei fratelli Giuseppe e Paolo Benedetti.
MUSEO D’ARTE MODERNA
Il Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti (MAM) ha sede in una delle signorili residenze del XVI secolo dei feudatari del luogo, Villa Ippoliti. Sin dalla fondazione (1980) il MAM si è caratterizzato come ambiente di ricerca, studio e proposta, non solo come luogo depositario e di conservazione, anticipando i criteri che informano attualmente la gestione museale più dinamica.
Il programma scientifico del MAM consegue da una approfondita campagna di studi originali, inediti, iniziati con la rivalutazione dell’opera di Archimede Bresciani da Gazoldo e di Mario Lomini, e che sono stati via via corredati da pubblicazioni nelle quali veniva per la prima volta definita l’entità storica ed estetica dell’arte mantovana tra la fine dell’800 e la prima metà del Novecento. Con i medesimi criteri il MAM ha rivalutato l’importante episodio del Chiarismo Lombardo, sottolineandone la significativa partecipazione mantovana e divenendone, in pratica, il depositario.
PALAZZO CASTELLO
Il Palazzo degli Ippoliti, detto Palazzo Castello, risale al XVI secolo e fu fatto costruire dai conti Ippoliti nel periodo di massimo splendore del loro feudo imperiale che, nato intorno al 1350, si estinse soltanto a seguito della campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte, nel 1796.
La fortuna del palazzo seguì la fortuna della famiglia Ippoliti. In particolare i saloni del Piano nobile sono impreziositi dagli stucchi e dalle decorazioni floreali della grande scuola artigiana ed artistica mantovana del ‘700. Dopo l’unità d’Italia attorno al grande palazzo Ippoliti, denominato dalla popolazione “il castello”, erano ancora aperti i fossati di recinzione che oltre ad impedire il passaggio di uomini e cose, costretti a muoversi sulla strada Levata attraverso uno stretto pontile, rendevano con le acque stagnanti malsano l’ambiente. Nell’intento, quindi, di risanare la situazione igienica e di allargare l’area del mercato del bestiame e di creare una piazza degna di questo nome, l’amministrazione comunale decideva di acquistare le fosse ed il prato adiacente al palazzo; nel 1861 il Comune dava seguito all’otturamento delle fosse ed alla creazione della piazza antistante il palazzo. Le vicissitudini successive portarono il palazzo in mani meno attente alla sua conservazione ed al suo più consono utilizzo. Ciò nonostante si rilevano interessanti decorazioni del periodo liberty risalenti agli inizi del ‘900.Leggi di più...
CHIESA DELLA BEATA VERGINE
La chiesa, intitolata alla Beata Vergine Maria e Sant’Ippolito, conserva memoria della sua singolare vicenda attraverso gli stemmi degli antichi arcipreti, affrescati nel’atrio della sagrestia. Tesoro artistico della settecentesca chiesa sono i dipinti coevi, tra cui la Predica del Battista di Giuseppe Bazzani e sei monocromi di Giovanni Cadioli, rappresentanti il Battesimo di Cristo, Santa Cecilia e quattro scene della vita di Sant’Ippolito. All’interno della chiesa è conservato l’Organo assemblato da Domenico Vergine nel 1958 entro cassa settecentesca con riutilizzo di materiale proveniente dal cosiddetto ‘Organo vecchio” smontato da Agostino Benzi nel 1944. Dovendo ricostruire la storia dell’organo è necessario ricorrere ai documenti presenti in parrocchia dai quali sono state individuate tre fasi storiche che riguardano la manutenzione effettuata negli anni. L’origine e la paternità dell’organo sono ignote, secondo una lettera del parroco Don Agide Pasotti risalgono al 1762. Lo strumento presenta una provenienza di scuola gardesana-veneta affine a quella dei fratelli Giuseppe e Paolo Benedetti.
MUSEO D’ARTE MODERNA
Il Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti (MAM) ha sede in una delle signorili residenze del XVI secolo dei feudatari del luogo, Villa Ippoliti. Sin dalla fondazione (1980) il MAM si è caratterizzato come ambiente di ricerca, studio e proposta, non solo come luogo depositario e di conservazione, anticipando i criteri che informano attualmente la gestione museale più dinamica.
Il programma scientifico del MAM consegue da una approfondita campagna di studi originali, inediti, iniziati con la rivalutazione dell’opera di Archimede Bresciani da Gazoldo e di Mario Lomini, e che sono stati via via corredati da pubblicazioni nelle quali veniva per la prima volta definita l’entità storica ed estetica dell’arte mantovana tra la fine dell’800 e la prima metà del Novecento. Con i medesimi criteri il MAM ha rivalutato l’importante episodio del Chiarismo Lombardo, sottolineandone la significativa partecipazione mantovana e divenendone, in pratica, il depositario.
PALAZZO CASTELLO
Il Palazzo degli Ippoliti, detto Palazzo Castello, risale al XVI secolo e fu fatto costruire dai conti Ippoliti nel periodo di massimo splendore del loro feudo imperiale che, nato intorno al 1350, si estinse soltanto a seguito della campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte, nel 1796.
La fortuna del palazzo seguì la fortuna della famiglia Ippoliti. In particolare i saloni del Piano nobile sono impreziositi dagli stucchi e dalle decorazioni floreali della grande scuola artigiana ed artistica mantovana del ‘700. Dopo l’unità d’Italia attorno al grande palazzo Ippoliti, denominato dalla popolazione “il castello”, erano ancora aperti i fossati di recinzione che oltre ad impedire il passaggio di uomini e cose, costretti a muoversi sulla strada Levata attraverso uno stretto pontile, rendevano con le acque stagnanti malsano l’ambiente. Nell’intento, quindi, di risanare la situazione igienica e di allargare l’area del mercato del bestiame e di creare una piazza degna di questo nome, l’amministrazione comunale decideva di acquistare le fosse ed il prato adiacente al palazzo; nel 1861 il Comune dava seguito all’otturamento delle fosse ed alla creazione della piazza antistante il palazzo. Le vicissitudini successive portarono il palazzo in mani meno attente alla sua conservazione ed al suo più consono utilizzo. Ciò nonostante si rilevano interessanti decorazioni del periodo liberty risalenti agli inizi del ‘900.