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CASTELFRANCO EMILIA
Con 32.000 abitanti circa, Castelfranco Emilia è uno dei comuni più popolosi della provincia di Modena.
Situato al confine con la provincia di Bologna (fino al 1929 era parte della provincia felsinea), comprende nel suo territorio numerose frazioni, tra cui Piumazzo, Panzano e Manzolino. Il nome di Castelfranco deriva dalla fondazione medievale del “Borgo Franco” (o Castello Franco) avvenuta ad opera dei Bolognesi nel 1226. Della costruzione del Borgo Franco resta a vista, oggi, parte delle mura nei pressi di quella che era “Porta Bologna”, in direzione di Bologna sulla via Emilia (XIV/XV secolo).
Castelfranco Emilia vanta la paternità della più famosa pasta emiliana: i tortellini. Infatti, secondo la leggenda, è qui che furono “creati” per la prima volta da un oste che sbirciando dal buco della serratura vide una dama nuda mentre si lavava. Rimase colpito dall’ombelico e da ciò prese ispirazione per creare tale pietanza. L’Associazione “la SanNicola” ne porta il vanto rappresentando e promuovendo il tortellino in tutte le sue forme. Territorio e tradizioni vengono salvaguardati con feste che richiamano gente proveniente da tutta la penisola e non solo. Famosa la Festa di San Nicola/Sagra del Tortellino di settembre dove le razdore preparano la pasta per poi fare assaggiare il vero tortellino di Castelfranco appena fatto, che tradizionalmente viene servito solo con brodo di cappone.
CA’ RANUZZA
Complesso colonico aziendale a conduzione mezzadrile risalente alla metà dell’800. Il complesso architettonico, caratterizzato in passato da una stalla, un fienile, una porcilaia, un pollaio e un pozzo, rispecchiava le esigenze di una cultura patriarcale e di una azienda che da sempre è stata autosufficente, nella coltivazione dei campi, nell’allevamento degli animali e nella lavorazione della canapa. E’ circondato da un’ampia area verde che è oggi luogo di riposo e svago, ma anche ricreativo in quanto centro culturale polivalente.
CASTELLO MALVASIA
Nel XVI secolo la potente famiglia dei Malvasia di Bologna riedificò, sul luogo di antichi precedenti insediamenti medievali (le prime documentazioni risalgono al 939 d.c.), il loro castello, nato ad uso di residenza per villeggiatura e corte agricola.
La torre centrale sulla facciata e l’elegante cortile d’onore ricordano le “delizie estensi” ferraresi. Oltre alla particolarità delle torri (originariamente tre), in passato impreziosite da affreschi, particolarmente interessante è la tipologia d’insieme, che si caratterizza di due grandi corti quella padronale posta a sud e quella adibita alle attività agricole dell’azienda posta a nord. All’interno una delle collezioni di auto d’epoca più prestigiose d’Italia.
CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
La più antica chiesa di Castelfranco è S. Maria, il cui impianto sembra essere stato costruito insieme al castello. Nel 1578 fu elevata al grado di arcipretura e vicariato con giurisdizione su varie parrocchie. Il campanile fu costruito all’inizio del 1600 a seguito di un ampliamento della chiesa. Essa contiene varie opere di notevole pregio, tra cui un dipinto commissionato dall’arciprete Don Masini, nel 1626, a Guido Reni. L’opera, raffigurante l’Assunta, è oggi collocata nell’abside. Tra i capolavori la statua del protettore di Castelfranco San Donnino, un dipinto raffigurante Santa Barbara (donata dai Bombardieri del Forte Urbano nel 1633) attribuito al Guercino, un’opera del pittore Angelo Gessi ed una dell’artista Prospero Fontana. L’edificio, che nel 1704 presentava un’unica navata, ha subito negli anni numerosi lavori di ampliamento che hanno portato, alla fine del 1800, alla costruzione di tre navate e l’eliminazione di un portico nella parte verso la via Emilia.
MONUMENTO AL TORTELLINO
Situato in piazza Aldo Moro, è opera dello scultore Gianni Ferrari. Il tortellino in bronzo campeggia al centro di una struttura più ampia che rappresenta la famosa leggenda della genesi del tortellino celebrata dal poeta Alessandro Tassoni e da Giuseppe Ceri. Si narra che nell’Osteria “Corona” di Castelfranco l’oste spiando dal buco della serratura le fattezze di una bella ospite (alcuni ritengono che fosse la Dea Venere) rimase colpito dalla sensualità del suo ombelico e, imitandone le forme, apprese l’arte di fare il tortellino. La scultura in bronzo è dell’artista pavullese Giorgio Ferrari, un vero monumento storico che ripercorre la creazione del mitico tortellino. Il monumento/fontana si trova in Piazza Aldo Moro. L’opera grazie al contributo della “Confraternita del Tortellino” di Bologna e dell’Associazione “la SanNicola” di Castelfranco Emilia, successivamente donata al Comune.
TEATRO COMUNALE
Già agli inizi del’700 era attivo a Castelfranco Emilia un teatro, gestito dal 1759 dalla locale società denominata Accademia dei Rinascenti e, dopo la sua ricostruzione nel 1813, affidato alla Società dei Palchisti. Nel 1882, il Comune, volendo ampliare il palazzo comunale, soppresse il Teatro Sociale, che si trovava proprio all’interno dell’edificio. Solo nel 1913 venne riaperto il teatro comunale, che trovò sede nel salone centrale dell’asilo Zucchini-Solimei, uno splendido edificio in stile Liberty costruito nel 1906. Su quel palco per decenni si tennero tantissimi spettacoli, dalla prosa alle opere liriche, dal varietà alle conferenze, fino alle proiezioni cinematografiche. Attualmente ospita il “Dadà”, centro di programmazione di spettacoli teatrali, musicali e cinematografici, ma anche spazio discoteca e sede di prova di gruppi musicali e teatrali.
PORTICI
Sono l’emblema urbano del paese. Un chilometro di portici continui e compatti dal grande respiro architettonico vivono in perfetta simbiosi con la Via Emilia, lungo rettifilo che caratterizza l’immagine urbana del paese. Come “un ritmico filare di alberi” i portici sono la perfetta trasposizione della natura in architettura, nei quali forte è il valore sociale e comunitario. Da sempre fortemente condizionato dalla struttura urbana del nucleo abitato, il portico, fu costruito prima in legno (la genesi lignea riguarda anche le abitazioni, che fino alla fine del XVIII sec. furono costruite con questo materiale) poi in mattoni.
VILLA ALBERGATI
All’estremità orientale del territorio comunale di Castelfranco Emilia, in località Cavazzona, rimangono i ruderi di una bella villa cinquecentesca di proprietà dei marchesi Albergati, detta anche la piccola per non confonderla con quella più famosa sita a Zola Predosa nel bolognese.
Purtroppo di essa, bombardata pesantemente nel corso della seconda guerra mondiale, rimane leggibile ben poco fra rifacimenti artigianali di una sua porzione e macerie dovute alle bombe ed a crolli successivi a causa dei guasti inferti dal tempo.
VILLA SORRA
Villa Sorra è una delle più importanti ville storiche del territorio modenese. Nel suo parco troviamo quello che è considerato l’esempio più rappresentativo di giardino “romantico” dell’Ottocento estense ed è da molti ritenuto il più importante tra i giardini informali presenti in Emilia Romagna. Se i singoli elementi che costituiscono il complesso (villa, edifici rustici, serra, parco storico, rovine romantiche, vie d’acqua, giardino campagna) hanno tutti un rilievo non solo locale, la coesistenza degli stessi la coesistenza degli stessi dà luogo ad un campione pressoché unico di paesaggio agrario preindustri ale, di inestimabile valore storico, culturale e ambientale. La tenuta, che conserva ancora oggi il nome dei Sorra (nobile famiglia che edificò il complesso e ne ebbe la proprietà per oltre due secoli), è dal 1972 di proprietà dei Comuni di Castelfranco Emilia, Modena, Nonantola e San Cesario sul Panaro.Leggi di più...
Situato al confine con la provincia di Bologna (fino al 1929 era parte della provincia felsinea), comprende nel suo territorio numerose frazioni, tra cui Piumazzo, Panzano e Manzolino. Il nome di Castelfranco deriva dalla fondazione medievale del “Borgo Franco” (o Castello Franco) avvenuta ad opera dei Bolognesi nel 1226. Della costruzione del Borgo Franco resta a vista, oggi, parte delle mura nei pressi di quella che era “Porta Bologna”, in direzione di Bologna sulla via Emilia (XIV/XV secolo).
Castelfranco Emilia vanta la paternità della più famosa pasta emiliana: i tortellini. Infatti, secondo la leggenda, è qui che furono “creati” per la prima volta da un oste che sbirciando dal buco della serratura vide una dama nuda mentre si lavava. Rimase colpito dall’ombelico e da ciò prese ispirazione per creare tale pietanza. L’Associazione “la SanNicola” ne porta il vanto rappresentando e promuovendo il tortellino in tutte le sue forme. Territorio e tradizioni vengono salvaguardati con feste che richiamano gente proveniente da tutta la penisola e non solo. Famosa la Festa di San Nicola/Sagra del Tortellino di settembre dove le razdore preparano la pasta per poi fare assaggiare il vero tortellino di Castelfranco appena fatto, che tradizionalmente viene servito solo con brodo di cappone.
CA’ RANUZZA
Complesso colonico aziendale a conduzione mezzadrile risalente alla metà dell’800. Il complesso architettonico, caratterizzato in passato da una stalla, un fienile, una porcilaia, un pollaio e un pozzo, rispecchiava le esigenze di una cultura patriarcale e di una azienda che da sempre è stata autosufficente, nella coltivazione dei campi, nell’allevamento degli animali e nella lavorazione della canapa. E’ circondato da un’ampia area verde che è oggi luogo di riposo e svago, ma anche ricreativo in quanto centro culturale polivalente.
CASTELLO MALVASIA
Nel XVI secolo la potente famiglia dei Malvasia di Bologna riedificò, sul luogo di antichi precedenti insediamenti medievali (le prime documentazioni risalgono al 939 d.c.), il loro castello, nato ad uso di residenza per villeggiatura e corte agricola.
La torre centrale sulla facciata e l’elegante cortile d’onore ricordano le “delizie estensi” ferraresi. Oltre alla particolarità delle torri (originariamente tre), in passato impreziosite da affreschi, particolarmente interessante è la tipologia d’insieme, che si caratterizza di due grandi corti quella padronale posta a sud e quella adibita alle attività agricole dell’azienda posta a nord. All’interno una delle collezioni di auto d’epoca più prestigiose d’Italia.
CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
La più antica chiesa di Castelfranco è S. Maria, il cui impianto sembra essere stato costruito insieme al castello. Nel 1578 fu elevata al grado di arcipretura e vicariato con giurisdizione su varie parrocchie. Il campanile fu costruito all’inizio del 1600 a seguito di un ampliamento della chiesa. Essa contiene varie opere di notevole pregio, tra cui un dipinto commissionato dall’arciprete Don Masini, nel 1626, a Guido Reni. L’opera, raffigurante l’Assunta, è oggi collocata nell’abside. Tra i capolavori la statua del protettore di Castelfranco San Donnino, un dipinto raffigurante Santa Barbara (donata dai Bombardieri del Forte Urbano nel 1633) attribuito al Guercino, un’opera del pittore Angelo Gessi ed una dell’artista Prospero Fontana. L’edificio, che nel 1704 presentava un’unica navata, ha subito negli anni numerosi lavori di ampliamento che hanno portato, alla fine del 1800, alla costruzione di tre navate e l’eliminazione di un portico nella parte verso la via Emilia.
MONUMENTO AL TORTELLINO
Situato in piazza Aldo Moro, è opera dello scultore Gianni Ferrari. Il tortellino in bronzo campeggia al centro di una struttura più ampia che rappresenta la famosa leggenda della genesi del tortellino celebrata dal poeta Alessandro Tassoni e da Giuseppe Ceri. Si narra che nell’Osteria “Corona” di Castelfranco l’oste spiando dal buco della serratura le fattezze di una bella ospite (alcuni ritengono che fosse la Dea Venere) rimase colpito dalla sensualità del suo ombelico e, imitandone le forme, apprese l’arte di fare il tortellino. La scultura in bronzo è dell’artista pavullese Giorgio Ferrari, un vero monumento storico che ripercorre la creazione del mitico tortellino. Il monumento/fontana si trova in Piazza Aldo Moro. L’opera grazie al contributo della “Confraternita del Tortellino” di Bologna e dell’Associazione “la SanNicola” di Castelfranco Emilia, successivamente donata al Comune.
TEATRO COMUNALE
Già agli inizi del’700 era attivo a Castelfranco Emilia un teatro, gestito dal 1759 dalla locale società denominata Accademia dei Rinascenti e, dopo la sua ricostruzione nel 1813, affidato alla Società dei Palchisti. Nel 1882, il Comune, volendo ampliare il palazzo comunale, soppresse il Teatro Sociale, che si trovava proprio all’interno dell’edificio. Solo nel 1913 venne riaperto il teatro comunale, che trovò sede nel salone centrale dell’asilo Zucchini-Solimei, uno splendido edificio in stile Liberty costruito nel 1906. Su quel palco per decenni si tennero tantissimi spettacoli, dalla prosa alle opere liriche, dal varietà alle conferenze, fino alle proiezioni cinematografiche. Attualmente ospita il “Dadà”, centro di programmazione di spettacoli teatrali, musicali e cinematografici, ma anche spazio discoteca e sede di prova di gruppi musicali e teatrali.
PORTICI
Sono l’emblema urbano del paese. Un chilometro di portici continui e compatti dal grande respiro architettonico vivono in perfetta simbiosi con la Via Emilia, lungo rettifilo che caratterizza l’immagine urbana del paese. Come “un ritmico filare di alberi” i portici sono la perfetta trasposizione della natura in architettura, nei quali forte è il valore sociale e comunitario. Da sempre fortemente condizionato dalla struttura urbana del nucleo abitato, il portico, fu costruito prima in legno (la genesi lignea riguarda anche le abitazioni, che fino alla fine del XVIII sec. furono costruite con questo materiale) poi in mattoni.
VILLA ALBERGATI
All’estremità orientale del territorio comunale di Castelfranco Emilia, in località Cavazzona, rimangono i ruderi di una bella villa cinquecentesca di proprietà dei marchesi Albergati, detta anche la piccola per non confonderla con quella più famosa sita a Zola Predosa nel bolognese.
Purtroppo di essa, bombardata pesantemente nel corso della seconda guerra mondiale, rimane leggibile ben poco fra rifacimenti artigianali di una sua porzione e macerie dovute alle bombe ed a crolli successivi a causa dei guasti inferti dal tempo.
VILLA SORRA
Villa Sorra è una delle più importanti ville storiche del territorio modenese. Nel suo parco troviamo quello che è considerato l’esempio più rappresentativo di giardino “romantico” dell’Ottocento estense ed è da molti ritenuto il più importante tra i giardini informali presenti in Emilia Romagna. Se i singoli elementi che costituiscono il complesso (villa, edifici rustici, serra, parco storico, rovine romantiche, vie d’acqua, giardino campagna) hanno tutti un rilievo non solo locale, la coesistenza degli stessi la coesistenza degli stessi dà luogo ad un campione pressoché unico di paesaggio agrario preindustri ale, di inestimabile valore storico, culturale e ambientale. La tenuta, che conserva ancora oggi il nome dei Sorra (nobile famiglia che edificò il complesso e ne ebbe la proprietà per oltre due secoli), è dal 1972 di proprietà dei Comuni di Castelfranco Emilia, Modena, Nonantola e San Cesario sul Panaro.