ALSENO
Il periodo migliore per una visita alla località è l'inizio dell'estate, quando tutto il paese si mobilita per l'Infiorata che ha luogo proprio nell'abbazia di Chiaravalle della Colomba.
Anticamente il borgo era chiamato ''Senum'' probabilmente per la sua ubicazione sinuosa, da cui Seno ed oggi Alseno. Il capoluogo fu un antico feudo di casa Landi; per questo motivo l'edificio che ora sorge su un altura al centro di Alseno è denominato Castello Landi.
Le prime notizie del Castello risalgono al 1186, quando fu avviata la sua costruzione ad opera di Siclerio dell'Andito (Landi) e Savino Videdomino, appartenenti al più antico patriziato comunale.
Salvo brevi intervalli, il fortilizio rimase ai Landi, che ne furono infeudati nel 1405 dai Visconti. In seguito, circa in epoca settecentesca, la famiglia lo trasformò in palazzo residenziale. Nel XIX secolo l'edificio, che non costituiva più la residenza dei Landi e versava in un precario stato di conservazione, passò alla famiglia Sforza Fogliani. Attualmente ospita l'asilo parrocchiale.
Tra i formaggi spiccano le caciottine, il Provolone Val Padana DOP e il Grana Padano DOP.
Chiaravalle della Colomba
Attorno al 1135 San Bernardo da Clairvaux, aiutato dai Cistercensi, bonificò la zona per poter erigere l’Abbazia, attorno alla quale poi venne costruito il centro abitato. La leggenda vuole che una colomba candida avesse volteggiato dinanzi agli occhi dei monaci, delineando con pagliuzze il perimetro del complesso, da qui l’appellativo “della Colomba”.
Il monastero fu spesso preda di razzie soprattutto ad opera dei vari eserciti che si contendevano il controllo del territorio. Un grave problema si verificò quando invalse l’uso della commenda. Secondo tale uso una data Abbazia o monastero si vedeva assegnare come priore un personaggio illustre. Questi viveva, solitamente, ben lontano dal monastero stesso, raramente se ne occupava e più solitamente si limitava ad incassarne le cospicue rendite economiche. L’abbazia di Chiaravalle della Colomba, sede famosa di attività religiose, scientifiche, letterarie e agronomiche, si vide data in commenda nel 1444. Nonostante ciò si ampliò e prosperò nei secoli a venire.
In epoca napoleonica, due decreti del 1805 e 1810 ne confiscarono i beni e la soppressero come istituzione. I religiosi, come accadde in molti altri istituti, vennero allontanati. Proprietà quali l’archivio, la biblioteca e gli arredi andarono persi, mentre i mille ettari di terreno e i fabbricati divennero proprietà degli ospedali civili di Piacenza. Sino al 1937 rimase soltanto un abate-parroco del clero secolare; il complesso architettonico, disgraziatamente, fu vittima di incuria e abbandono.
Nel 1937 l’ultimo abate-parroco, don Guglielmo Bertuzzi, convinse il vescovo di Piacenza a richiamare i monaci, che vennero dall’Abbazia di Casamari. Questi assunsero la cura della parrocchia e del complesso stesso, fino ai giorni nostri, dove grazie all’importante impegno e dedizione dell’attuale Priore Don Amedeo Tommaso Parente l’Abbazia è ritornata ad essere, dopo diversi restauri, uno dei più bei edifici ecclesiastici in Italia. Oggi è sede di ritiri spirituali, convegni di studio e meta di visitatori che cercano i prodotti tipici dei monaci: liquori, tisane, medicinali fitoterapici, profumi, mieli pregiati.
Il Patrono è San Bernardo che si festeggia il 20 Agosto. Questi festeggiamenti vengono effettuati sia a livello Sacro con processione, accompagnata dai Cavalieri Templari, in cui le Reliquie del Santo vengono portate da Fiorenzuola a Chiaravalle e anche a livello laico con la “Festa di San Bernardo”, che ha l’intento di unire gli abitanti attorno alla figura del Santo Patrono.