PONTE DELL'OLIO
E' un comune di 4697 abitanti. In passato fu un importante snodo commerciale con la Liguria - il suo nome, del resto, deriva dalla presenza di magazzini d'olio da qui provenienti. L'abitato mostra ancora i segni delle fortificazioni erette a difesa di tali flussi, oltre che una possente fornace a tre torri, testimonianza della tradizionale produzione di laterizi.
Oggi il paese basa la sua economia sull’agricoltura, sull’industria ed il turismo.
Da vedere, le chiese di S. Giacomo e quella di S. Rocco. Nei dintorni, Riva con il suo il Castello (abitazione privata comunque visibile esternamente, la quale, assieme ai tanti altri manieri presenti su questo territorio, contraddistingue il paesaggio del piacentino) e la Chiesa della Madonna della Neve; le località Carmiano, Montesanto, Cassano e Castione.
II castello di Riva
II castello di Riva è un complesso fortificato. È conosciuto con questo nome in quanto sorge nell'omonimo quartiere del paese, fino ad un paio di decenni fa frazione comunale. Posto sulla riva destra del torrente Nure, tra il corso d'acqua e la strada provinciale che collega Piacenza a Ferriere, controllava il passaggio nella val Nure. La sua collocazione, nel punto in cui la pianura finisce e la vallata si strige addentrandosi tra le colline, era strategica poiché permetteva il controllo del passaggio verso il mare, in Liguria, attraverso la val d'Aveto, (Ponte dell'Olio deve il suo nome ai magazzini di olio d'oliva) e in Lunigiana attraverso la val di Taro.
Villa San Bono
Villa San Bono è un edificio neoclassico a due piani con annessi un oratorio, un campanile ed edifici più bassi, di tipo rurale, circondati da un ampio cortile nel quale fu collocata anche una filanda costruita nel XVIII secolo dalla famiglia francese Sabonet. La facciata anteriore presenta due ordini di finestre: quelle in basso sono tipiche da convento, mentre quelle superiori sono sormontate da cornici orizzontali. Ai lati vi si trovano due portoni per l'accesso. Il palazzo ha ampi saloni con pareti e soffitti affrescati. Nel 1819 vi soggiornò la regina consorte Carolina di Brunswick, moglie del re Giorgio IV del Regno Unito.
La villa appartenne ai conti cremonesi Guarnieri-Passerini e nel XIX secolo ai piacentini Ghizzoni, mentre nel XX secolo passò all'imprenditore locale Giovanni Rossi e quindi al convento di San Raimondo e alla Curia Arcivescovile di Piacenza.
All'interno della proprietà non sono più visibili gli edifici che ospitavano la filanda (chiusa nel 1853 dalla famiglia Ghizzoni, che realizzò il viale San Bono), la ghiacciaia e la grande vasca della raccolta dell'acqua.