MASSA LOMBARDA
Sala del Carmine
Costruita dai frati Carmelitani nel secolo XVII con annesso convento, divenne ben presto uno dei massimi centri dell'ordine Carmelitano per tutta la regione romagnola. Con la soppressione Napoleonica, chiesa e annesso convento rimasero privi dei religiosi e il culto fu affidato al clero locale che condusse la Chiesa fino agli eventi bellici del 1945. È di particolare interesse artistico ed è considerata, tra le chiese erette dai Carmelitani, tra i più belli esempi di architettura barocca. Era fiancheggiata dal campanile andato distrutto per eventi bellici.
Attualmente non è più adibita a funzioni religiose, ma viene utilizzata per manifestazioni culturali, quali spettacoli teatrali, concerti e mostre.
Il ritorno del Desubleo
Venerdì 4 aprile 2014 la città di Massa Lombarda è tornata in possesso della Madonna del Carmine di Michele Desubleo.
Un lieto fine per una vicenda che ha dell'incredibile: la pala d'altare , attribuita ad uno dei “più seducenti pittori del '600 ” - stando alle parole del Soprintendente Luigi Ficacci - è stata ritrovata a Bologna dopo 70 anni di oblio. Fu portata nel capoluogo emiliano dopo aver subito pesanti danni in seguito ai bombardamenti dell’ultima guerra, per essere “salvata” e protetta durante i lavori di ristrutturazione della Chiesa del Carmine. Solo il recente ritrovamento di una antica fotografia che ritraeva il dipinto in uno degli altari Chiesa del Carmine di Massa Lombarda ha permesso l'identificazione della sua collocazione originaria. E' così partito il restauro, finanziato grazie alla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, nell’ambito del progetto “Sostegno ai saperi e alle tecniche artistiche ”. La tela, di grande interesse artistico, è attribuita a Michele Desubleo, considerato uno dei migliori allievi di Guido Reni. Il suo rientro è stato celebrato nel migliore dei modi: alle 17.30 di venerdì 4 aprile si è svolta infatti la presentazione pubblica della pala d’altare restaurata.
Il Palazzo Comunale e la Torre dell’Orologio
La piazza centrale del paese è piazza Matteotti, racchiusa entro le facciate di palazzi storici e dominata dalla Torre dell’Orologio.
Cuore politico amministrativo e fulcro della città è il Palazzo Comunale. Nella seconda metà del ‘700 l’incarico di progettarne la ricostruzione fu affidato a Cosimo Morelli, che aveva già costruito con il padre altri edifici pubblici. Il prospetto del palazzo è costituito da un portico a cinque arcate su pilastri a bugnato lisci, ai lati dei quali sono addossate semicolonne doriche; le quattro finestre della facciata hanno semplici cornici coronate da classici timpani curvilinei. Nel braccio laterale della fabbrica, invece, le finestre sono di impronta ancora tardobarocca. La differenza stilistica tra questa parte e il prospetto principale rivela presumibilmente due diversi momenti dell’intervento morelliano: l’architetto avrebbe progettato il braccio laterale prima del ’59, anno in cui si recò per la prima volta a Roma, mentre la facciata sembra il frutto di influenze nuove, assorbite nel fervido clima della capitale. Anche l’interno serba alcuni spazi architettonici di un certo interesse, quali la sala consigliare e le scalinate.
Dalla parte opposta della piazza si erge la Torre dell’Orologio , divenuta ormai simbolo architettonico della città, in quanto visibile da molti chilometri di distanza fuori dal centro abitato. Nel luglio del '57 veniva affidato a Morelli il compito di ricostruire la torre distrutta a causa di un incendio nel 1655.
La torre si alza fino alla prima cornice con un nitido volume geometrico scandito da semplici riquadrature, nell'ultima delle quali è collocato l'orologio; i piani successivi ad angoli smussi e marcati da un cornicione, sono alleggeriti da arcate balaustrate. La torre nasce lineare, si arricchisce successivamente di un misurato movimento, culminante nel vibrante bordo mistilineo della cupoletta.
Nell’ultimo fine settimana di agosto si svolge la Sagra delle Sfogline dove le “azdore” si sfidano a colpi di matterello per tirare la sfoglia e farne poi ottime tagliatelle.