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SASSUOLO

SASSUOLO
Sassuolo è un comune di 41.000 abitanti circa situato in territorio modenese al confine con la provincia di Reggio Emilia.
Noto in tutto il mondo per  la produzione della ceramica e della piastrella, Sassuolo propone ai visitatori anche numerosi spunti di interesse storico-artistico.
Non si sa di preciso da dove derivi il toponimo di Sassuolo. Secondo alcuni, il nome ebbe origine dal petrolio che fin dai tempi antichi abbondava naturalmente nella zona, chiamato all’epoca “Olio di sasso”, mentre altri fanno derivare il nome dal latino “Saxolum”, che è composto da due parole: “Saxum” (che significa sasso) e “Solum” nel senso di “terreno”.  

CASTELLO DI MONTEGIBBIO
Il castello di Montegibbio, eretto nel lontano 920, fu inizialmente utilizzato dai canonici del Duomo di Parma per difendersi dagli attacchi degli ungari, poi entrò a far parte dei possedimenti di Bonifacio di Canossa e della figlia Matilde, e infine passò ai signori Della Rosa di Sassuolo. Distrutto nel 1325 dal ghibellino mantovano Francesco Bonaccolsi, fu ricostruito l’anno successivo quando i Della Rosa, con l’aiuto del guelfo Versuzio Lando, si riappropriarono del feudo. Ceduto agli Estensi nel 1375 e ai Pio di Savoia nel 1499, fu distrutto nel 1501 a causa di un terremoto e rimase abbandonato per oltre un secolo. Nel 1636, con la cessione di Montegibbio ai nobili Boschetti di Modena, fu ricostruito. Passò poi al marchese Ottavio Spolverini di Verona nel 1696, al nobile Luigi Canonici di Ferrara nel 1767, alla famiglia Nanni nei primi dell’Ottocento e infine, nel 1851, ai Borsari di Finale Emilia, che lo ristrutturarono.  

CHIESA DI SAN FRANCESCO IN ROCCA
L’attuale chiesa di San Francesco in Rocca fu costruita negli anni 1650-53 su disegno di Bartolomeo Avanzini. Eretta accanto al Palazzo Ducale, aveva la funzione di cappella della famiglia d’Este: era infatti collegata al palazzo principale da un passaggio segreto, che i duchi di Modena percorrevano per andare ad assistere alla messa. La chiesa fu affrescata dal francese Jean Boulanger, lo stesso che si occupò delle decorazioni del Palazzo Ducale, mentre la pala d’altare (Estasi di San Francesco, 1654) è opera del pittore fiammingo Michele Desubleo. Al suo interno è custodita una reliquia originaria della Turchia, il Santissimo Crocifisso, chiamato comunemente “Sacro Tronco”, esposto una sola volta all’anno durante la processione del giovedì santo
 
CHIESA DI SAN GIORGIO
La chiesa di San Giorgio è il principale luogo di culto di Sassuolo. Intitolata a San Giorgio alla fine del XIV secolo, ricevette il titolo di chiesa parrocchiale nel 1375 e di collegiata nel 1629, mentre nel 1624, grazie alla bolla di Papa Urbano VIII, fu separata definitivamente dalla pieve di Castellarano, dalla quale dipendeva. Nel 1755 l’architetto veneziano Pietro Bezzi fu incaricato di costruire una nuova chiesa basandosi sugli standard dell’architettura emiliana dell’epoca, ma nel 1757 fu sostituito da Domenico Lucenti e Giovanni Battista Massari, i quali apportarono diverse modifiche al progetto originale. Il nuovo edificio, aperto al pubblico nel 1762 e consacrato nel 1881, è quello visibile oggigiorno. Degna di nota è la pala del Boulanger (Madonna col Bambino in gloria e i santi Giorgio, Aurelia, Francesco, Ruffino, Domenico e Antonio da Padova, realizzata tra il 1646 e il 1649 e restaurata nel 1984.

PALAZZO DUCALE
Il sontuoso Palazzo Ducale, residenza estiva dei duchi di Modena, fu edificato su disegno di Bartolomeo Avanzini nel 1634, sul sito del castello dei Pio: al fasto della facciata corrisponde negli interni una ricchissima pittura murale, composta da trompe l’oeil e fregi in tipico stile barocco, opera in gran parte dell’artista francese Jean Boulanger (si vedano le spettacolari Sala della Fortuna, Camera dell’Amore, Camera delle Virtù estensi, Camera del Genio, oltre alla galleria e al salone delle Guardie, quest’ultimo affrescato dai celebri Angelo Michelangelo Colonna e Agostino Mitelli). Degna di nota è anche la decoratissima Galleria di Bacco (1650-51[35]), con opere di Gian Giacomo Monti e Baldassarre Bianchi e gli affreschi del Boulanger raffiguranti la vita del dio romano del vino, presenti su tutte le pareti e anche sulla volta.
Nel grande Parco annesso alla residenza si trova poi la cosiddetta Peschiera Ducale (chiamata dai sassolesi “Fontanazzo”), una piscina circondata da finte rovine che suggeriscono l’idea di un’antica città sommersa, e il viale prospettico che porta al Casino del Belvedere, dove si trovano le tempere raffiguranti dodici Ville di delizia degli Estensi.


TERME DELLA SALVAROLA
Le sorgenti termali della Salvarola, situate nell’omonima frazione, sono tra le più importanti in Italia. Note sin dall’età romana e frequentate dalla stessa Matilde di Canossa, furono adibite a sorgenti termali solo nel 1884, anno in cui l’avvocato Luigi Rognoni vi fece costruire il primo albergo. La facciata in stile liberty delle terme, dell’architetto modenese Pietro Carani, risale al 1910.

PARCO DUCALE
Nonostante non possa più vantare una lunghezza di 10 km, come a metà Settecento, quando raggiunse la sua massima estensione, ancora oggi è il parco di maggiori dimensioni del territorio cittadino. Attualmente è fruibile al pubblico solo la parte di proprietà comunale, interessata da un importante progetto di riqualificazione ambientale e paesaggistica a partire dal 1990. La parte a ridosso del complesso ducale, compreso l’antico parterre dotato di una grande fontana centrale, appartiene allo Stato, non è accessibile ed è in attesa di recupero. Il Parco Ducale è collegato col Parco Vistarino attraverso un “corridoio verde”, che permette di raggiungere direttamente Piazzale Porrino, e col Percorso Natura del fiume Secchia attraverso un percorso ciclo-pedonale.

VILLA GIACOBAZZI
Già elegante dimora aristocratica destinata alla villeggiatura estiva dei conti Giacobazzi, una delle famiglie più influenti di corte, e dunque privilegiato punto di osservazione sulle vicende storiche del ducato estense di Sette e Ottocento, dopo un accurato restauro scientifico, in corso di completamento, l’edificio è stato destinato a sede della sezione ragazzi della Biblioteca Comunale “Natale Cionini”. Ancora immerso in un vasto parco, ora pubblico, l’attuale complesso presenta un’articolata pianta, frutto di successive modificazioni stratificatesi nel tempo. Dal corpo centrale, coronato dall’altana belvedere e ingentilito da un timpano ottocentesco, entro cui è lo stemma gentilizio dei Giacobazzi in arenaria, due ali laterali avanzano sul prospetto principale a formare una corte, mentre un’altra ala porticata si protende verso ovest. Le testimonianze più antiche di questo edificio risalgono alla seconda metà del Seicento, quando una casa padronale con altana sulla via per la montagna, appena “fuori del portone dei Cappuccini”, risulta appartenere alla famiglia Moreali. È don Giovanni Giacobazzi, un parroco della collina limitrofa, a comprare nel 1724, assieme a numerosi altri terreni limitrofi, il “casino dei Cappuccini”, così detto per la vicinanza al convento, anche se il vero acquirente è il giureconsulto Domenico Maria Giacobazzi, segretario e consigliere di Stato del duca Francesco III d’Este, amico del Muratori e tra i promotori della manifattura ceramica a Sassuolo, che diviene l’effettivo proprietario solo nel 1728.

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