ARGELATO
Argelato si estende tra il fiume Reno e il canale Navile, a sinistra della provinciale che collega Bologna a Poggio Renatico. Anticamente era denominato “Argelata”, toponimo legato al terreno argilloso e alle arginature per contenere gli straripamenti del Reno. La popolazione sfiora i 10.000 abitanti, comprensiva delle frazioni di Volta Reno, Malacappa, Contea di Casadio e Funo, nota per il CenterGross (cittadella commerciale di vendita all’ingrosso). Immerso nei vasti orizzonti della pianura, fa parte dei comuni dell’Unione Reno Galliera, con i quali è in gran parte confinante (Bentivoglio, Castel d’Argile, Castel Maggiore, Galliera, Pieve di Cento, San Giorgio di Piano e San Pietro in Casale).
VILLA BEATRICE Prestigioso edificio risalente alla seconda metà del Cinquecento ad opera della famiglia senatoria bolognese Angelelli, tra i piu’interessanti esempi di villa rinascimentale bolognese, con giardino-campagna. In seguito passata di mano alla famiglia Zambeccari (di cui si conservano motivi araldici negli affreschi), che ne rimase proprietaria fino al 1850, fu poi acquistata dalla famiglia Facchini, da cui deriva il nome della villa (contessa Beatrice Lanzi Facchini). L’ultimo proprietario la donò al Ricovero di Mendicità di Bologna (oggi Istituto Giovanni XXIII) nel 1943, poi rilevata dal comune di Argelato nel 1996. L’edifico è composto da due piani rialzati, raggiunti su entrambe le facciate da una doppia scalinata, con due ali laterali destinate alla servitù. Al suo interno, nel piano nobile, pregevoli affreschi ad opera del decoratore Cesare Baglione, raffiguranti iniziative religiosi e culturali, unitamente ad altri dipinti relativi alla vita dei campi e a scene di caccia e di pesca. Il giardino circostante, che un tempo ospitava anche una peschiera, comprende la collinetta-conserva. La disposizione degli alberi e della vegetazione venne studiata appositamente, secondo le tecniche rinascimentali, per accentuare lo sbalzo termico tra le due zone del giardino creando un microclima che provocava correnti e brezze d’aria tra le stanze della villa.
CHIESA DI S. MICHELE ARCANGELO Nel 1105 la Contessa Matilde di Canossa, proprietaria del feudo di Argelato, dono’ ai canonici della Cattedrale di Bologna, la chiesa di San Michele Arcangelo, con il diritto di riscossione delle decime. Sconosciute le origini della chiesa, la cui esistenza risale presumibilmente all’anno 1000. Nel 1462 fu quasi interamente ricostruita, portando da tre a cinque il numero delle cappelle. Tra il Settecento e l’Ottocento fu nuovamente ampliata con la costruzione del campanile (1812), del cimitero, della sacrestia e con l’affresco delle cappelle.
PALAZZO DELLA MORTE Nella frazione di Funo di Argelato, si apre alla vista un gioiello rinascimentale: il Palazzo della Morte o del Vignola, costruito nel ‘500 su disegno del grande architetto Jacopo Barozzi, meglio noto come “Il Vignola”. Il Palazzo è stato nobile dimora patrizia sino alla metà del secolo XVI di proprietà dei conti Fava, famiglia estinta nel ‘600. Caratteristica architettonica inusuale è la loggia passante, di enormi dimensioni con soffitto a volta, che raggiunge nel punto massimo l’altezza di undici metri. I saloni con soffitti a vela ricordano le cattedrali medioevali, arricchite dagli affreschi del Carracci, di cui sono rimaste soltanto alcune testimonianze. Oggi gli ambienti raffinati dell’antica dimora tornano a vivere grazie al recupero di un nome importante dello stile e del design italiano, la società Tonino Lamborghini. Le origini del nome” Palazzo della Morte” sono riconducibili all’appartenenza alla Confraternita bolognese di Santa Maria della Morte. Si trattava di una struttura ospedaliera e religiosa dedita alla cura e al soccorso degli ammalati e all’aiuto presso i condannati a morte con l’assunzione dei compiti riguardanti la sepoltura delle salme.
CANTINA DI ARGELATO Non ha certo bisogno di presentazioni la “Cantina di Argelato”, sinonimo di valorizzazione della cultura enologica emiliana e punto di riferimento per tutti coloro che amano i vini e i sapori della tradizione contadina della pianura bolognese. Cooperativa di produttori nata nel 1972 con l’obiettivo di salvaguardare la sapienza delle antiche pratiche enologiche locali, la Cantina di Argelato ha recuperato e valorizzato i vini Doc del Reno, come il Montuni e il Pignoletto, i vini IGT tra cui il Pinot, il Rosso e il frizzante Lambrusco dell’Emilia e i vini da tavola, con il Rosso dei Bentivoglio, dal sapore deciso, omaggio alla terra di origine degli antichi Signori della Bologna rinascimentale. Vini piacevoli in sintonia con il carattere di produttori e consumatori, a cui si aggiunge anche l’ottimo Spumante Argelato Brut, di un delicato perlage e dal gusto armonico e vellutato. Oltre ai vini di qualità, la Cantina di Argelato offre un ventaglio di soluzioni sugli abbinamenti più appropriati tra piatti e vini, per godersi al meglio i piaceri della tavola: formaggi, prosciutti, salumi tipici, frutta, verdure, carni fresche, gastronomia pronta e tutto il necessario per trasformare la tavola di tutti i giorni in una festa per riscoprire i “sapori della tradizione”.